La zia di Bonaccini : dal quartiere operaio a Oliviero Toscani puntata 1

Puntata 1

La zia di Bonaccini:

dal quartiere operaio

a Oliviero Toscani

È davanti al Mercato Ortofrutticolo di Modena. Nell ‘enorme parcheggio di Via Gandhi. All’ esterno sembra un tendone da fiera, o una piscina coperta.  C’ è una bacheca e un tavolo con  locandine . E intorno i volontari di Modena city life. Io sono qui per  documentarmi .

 Per vedere questa ‘Para – Coop ‘. Che è la risposta del gruppo ‘ Modena smart’ , del Comune di Modena , all’ emergenza coronavirus. Prima di venire ho aperto la app Easy Coop, sul telefonino. Ho fatto la spesa e pagato . Come su Amazon, identico. Alla fine la schermata mi chiede : ‘Dove ritiri? ‘ .

E mi da tre scelte : esterno  Portali , Mercato ortofrutta e infine ‘’ Altro” . Io scelgo Mercato. Ed eccomi qua, a ritirare in Via Gandhi, al tendone . C’è un banchetto all’ingresso . Come per le raccolte di firme. Una ragazza si alza, mi dá un volantino e mi dice cosa fare. Cioè mostrare  la ricevuta all ‘ operatore  . Che entra , prende il carrello e me lo consegna . Tutto qua.

Bene. Io le dico che sto scrivendo questo post. Lei mi previene . Mi dá  le risposte alle domande frequenti . ‘Sempre le stesse. ‘  dice.

“Partiamo da ‘Carrelli facili ‘, che è l’iniziativa gemella , ai Portali.  È nel retro , all ‘ingresso del magazzino. All ‘interno fanno tutto. Grazie a personale specializzato . I clienti ‘normali ‘  neanche li vedono. Ogni giorno 100 consegne. Non uno scherzo.”

No, faccio io.

Poi continua . Per farla corta dice che  ‘’Para Coop”  é piú grande di   “Carrelli facili “. Gestisce duecento carrelli al giorno. Nella stessa fascia oraria . Cioé dalle 18 alle 20. Poi dice che la pandemia ha travolto tutti.  Ma per loro , quelli di Modena smart , è un esame atroce . E ci sarebbe da fare un discorso . Ma si interrompe.

Sta arrivando gente. E dice:

“Facciamo cosí . Io le dó un numero di Skype. Chi risponde sa tutti i retroscena. E parlerebbe per ore’’

‘’É questa signora.”,dice. E indica il manifesto ormai famoso, di Oliviero Toscani. Dove si vede il carrello colmo e lo slogan ( i fatti parlano piú forte della parole) .

‘’ È la zia di Stefano Bonaccini. Abita in Via Gramsci. Le spiega come è nato  tutto. E le novità di Para Coop. Vedrá che roba. Tutto questo è ancora niente. ‘’

(continua)

Carrelli facili

A Modena una iniziativa ha fatto discutere. Si tratta di ‘ Carrello facile’ , dell’ Ipercoop ‘I Portali ‘ . Con la collaborazione di ‘Modena smart ‘. In buona sostanza é un punto di ritiro . Come quelli di Amazon.Ma composto di 100 carrelli della spesa. Giá pronti da portare via. Funziona cosí . Faccio la spesa on line ,con l ‘app della Coop . Pago e ricevo un SMS. Che contiene ricevuta di pagamento e codice di ritiro. Che vale anche come autocertificazione. , per i vigili .

Anche in futuro, anche per punti di ritiro diversi. Lo mostro all ‘addetto . Che , a sua volta , mi consegna il carrello. Una comoditá immensa. Grazie a ‘ Modena smart’ , del Comune di Modena . che l’ha ideata. E a Ludovica Carla Ferrari .Che l’ha fortemente voluta.

E che qui intervistiamo.

Globalpub : ‘Faccio l’avvocato del diavolo. C’é chi dice che é solo pubblicitá .Che il servizio é disponibile due ore al giorno. É sempre al completo. Non tutti usano i telefonini . E c’é sempre fila all ‘ingresso .”

Ludovica Carla Ferrari : ‘ Sí , peró sono 100 carrelli colmi. Tutti i giorni. Quanto basta per dimostrare un concetto :

la consegna a domicilio é superata. ”

Globalpub : ‘ Superata per i malati , gli anziani non autosufficienti ? ”

Ludovica Carla Ferrari : ”’Mi lasci finire. Vogliamo solo aggiungere un canale . Si fará la spesa ‘ normale” , come adesso. Con fila all ‘ingresso , i rischi etc. Poi la consegna a domicilio ” classica ‘. Con tempi di attesa di giorni. Infine il nostro , al momento unico , ‘ Çarrello facile ‘ .”

Globalpub : ‘ Facile in quanto pronto. Fin qui ci siamo.”

Ludovica Carla Ferrari : ” É una idea vecchia, in realtá .

buona e , nell ‘emergenza , necessaria. Ne siamo convinti . Tutti noi del gruppo di ‘Modena smart’. In modo speciale chi é donna , giovane, lavoratrice e madre. ”

Globalpub : ‘ Buona idea. Ma , come dice il proverbio , il diavolo é nei dettagli.’

Ludovica Carla Ferrari : ‘ Invece é semplice. C’é giá la filiera pronta : la app Easy Coop e il sistema di pagamento. Non é poco.

Easy Coop , nell’emergenza, non serve a niente. Perché la consegna obbligatoria sul pianerotolo intasa tutto. ”

Globalpub : ‘Ma la Coop non é Amazon. É fatta di gente, incontri , scambi so sociali. ”

Ludovica Carla Ferrari : ‘ Ma certo. É il suo punto di forza. Nessuno vuole toglierlo. Ma ci vuole piú efficienza. Ripeto : la spesa si fará in due modi . Quella frivola , diciamo , con calma. Poi quella di base, tipo acqua , latte, detersivi etc. direttamente al punto di raccolta. Per noi mamme che lavoriamo sará una manna, mi creda. E per gli altri pure. ‘

Globalpub : ‘ Ma per ora le file all’ingresso aumentano. Perché ? ”

Ludovica Carla Ferrari : ‘ Il nostro é un esperimento. Se avrá successo spetterá ad altri estenderlo . A noi serve come biglietto da visita. Per introdurre la quinta edizione di ‘Modena smart”. ‘.Siamo in contatto con Oliviero Toscani. Pensiamo a un poster con un carrello stracolmo . E sotto la scritta : ‘I fatti parlano piú forte delle parole. ”. La concretezza sempre : oggi piú che mai ”

 

Globalpub : ‘É vero che la Coop non ne voleva sapere ? Che vi hanno boicottato in tutti i modi ? Ci racconti qualche retroscena.”

Ludovica Carla Ferrari : ‘ É una storia lunga. Anzi lunghissima.Ora la devo lasciare. Buona giornata. ”

Glogalpub : ‘Grazie.”

Ipercoop come Amazon

Modena , aprile 2020. Emergena coronavirus. C’ è una cosa che non capisco. Le code alla Coop sono lunghissime . Pazienza . La vendita online funziona ma è  lentissima . Intasata, in pratica inutile. Perché il punto debole, il collo di bottiglia, è la consegna . Il resto funziona, e non è poco. Si può scegliere la roba , metterla nel carrello virtuale , pagarla. Come su Amazon. Ma , diversamente da questo, non esiste punto di ritiro. O consegna a domicilio o niente. Una scelta assurda. Perché non andare direttamente dal corriere per il ritiro ? Oppure…

Prendiamo l ‘ Ipercoop I Portali : possono preparare un ‘area del parcheggio. Con , ad esempio , 100 carrelli della spesa, giá riempiti e giá pagati . Il cliente arriva, mostra il pagamento, ritira , va. Come da Amazon . Che ci vuole ?

Certo, non è una bacchetta magica. Ma toglierebbe pressione , e rischi , a tutto il personale. E a tutti i clienti .  E per la Coop sarebbe un affare. Perché non si fa? Non si tratta di inventare Amazon ma di copiarla. Davvero non si può fare niente? 

Il Comune che dice ?

Lettera a Ludovica Carla Ferrari

        

Chiedo 2 minuti , come cittadino. Per riflettere su un fatto. Tra poco dovró uscire di casa , come i peggiori podisti . Per attraversare Modena e avere una ricetta cartacea. Nonostante abbia il ‘fascicolo sanitario elettronico’. Che non serve per le ricette ripetitive , se non sono mutuabili. In pratica una presa in giro .Perché ?  Chi ha preso questa decisione? Perché nessuno se ne è accorto?  Non meriterebbe un servizio delle Jene? O una seria inchiesta della Gazzetta di Modena?

Poi. Dovró fare la fila  alle poste. Per una raccomandata. Nonostante abbia Poste-Cert . Il cui utilizzo è infernale. E mi fermo qui . Potrei continuare con il trasporto urbano . Non esiste una app che mi faccia vedere il mio autobus in tempo reale . Come una lucina su una  mappa . Che mi dica , sempre in tempo reale , i posti liberi. Cosí , in una emergenza sanitaria, ognuno  fa le sue scelte. In base a salute , inclinazione al rischio e altro .

Cara Ludovica Carla Ferrari , la sua  ‘Modena smart’ sembra bella. Lo dico senza ironia. A patto che funzioni. Così sembra Il nuovo ponte di Genova. Luccicante ma non utilissimo: manca l ‘ ultima campata. Quando la mettiamo?

Io, come cittadino, non sono disastrato del tutto. Ricevo Repubblica e il New York Times sul telefonino. Pago con Google Pay etc. ( c’ è di peggio, dai). Ma davanti alla raccomandata on line mi arrendo. Faccia Lei. \

Buona giornata.

    

Basta un cancello alto

Tentata aggressione a Beppe Cottafavi , in una nota libreria di Bologna. Stava facendo una presentazione. Al suo fianco la scrittrice Grazia Verasani . All ‘ improvviso , dal pubblico , un uomo si alza e lo interrompe.  Sembra agitato. Dice che deve fare un appello. Con calma, Cottafavi lo ferma. Dice che lí  si fanno domande , non appelli. E prima si lascia parlare.

Ma lui niente. Si agita. Comincia una solfa e si dirige al microfono. In quel momento due commessi intervengono. Uno per lato lo accompagnano all ‘uscita . In modo non elegantissimo. Perché quello si divincola. Non esce in due secondi.

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Riesce a dire che è un pensionato di Trepuzzi . Che ha avuto un infarto. Che  ha bisogno di una visita cardiologica. Che , a suo dire , gli salverebbe la vita. La vuole subito e gratis . Nel pubblico ospedale. Saltando la lista di attesa , di soli sei mesi. Non spiega che , questa attesa, è frutto di uno studio attento

 E che permette una parentesi di calma.Che anche il più emotivo degli infartuati potrá  sfruttare. Con corsi di danza yoga o , suggerisce la Verasani , fiori di Bach . Ma lui niente . Dá la colpa agli immigrati . Che , per lui , intasano i servizi. Mah ….io non so . Certa gente dovrebbe riflettere.

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Dice che ha pagato i contributi INPS , per 40 anni . E allora ? Chi li ha pagati per 60 ? Per 80 ? E poi , quell’ infarto…È solo il primo e non ha un bypass. E chi è al terzo infarto con 5 bypass ?  O al quinto con sette ?

No, davvero, non c’ è più religione. Una piazzata che neanche a Napoli.

. E poi…è cosí che si parla ai quasi vip ?  Un conto è andare a una presentazione . Passi per il firma copie. E poi , sí , alla cassa , democratica per forza. Ma poi basta . Ognuno al suo posto. Un pó tipo Karen Blixen con gli africani , dai . Non é che puoi farti vedere con un meccanico dentista o una partita IVA . Insomma……un ponte levatoio no : il piano regolatore non lo permette . Ma un bel cancello sí . Alto, possibilmente ben chiuso.

Michele Serra : ” Le (altre) cose che bruciano”

Trovo , tra i miei appunti , una frase. Ë copiata da una lettera a Michele Serra . Dove un lettore – elettore parla del suo trauma . Che è la ‘ conquista’ di Ferrara da parte della Lega Nord . Dice :

“   (noi, la sinistra…) non  abbiamo da proporre nessuna soluzione semplice per problemi complessi…”.   

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Mi ha ricordato un fatto, che ho visto mesi fa.   Ero su un treno regionale. Che aveva  finestrini bloccati e condizionatore guasto , in estate.  In pratica un forno. Pieno o quasi. A Modena sale una comitiva di Rom. Informale, disinibita, canterina. E con un odore problematico. Come non avessero  fatto la doccia da dieci anni. Non e’ una tragedia, certo.  Ma un problema si’. Per gli altri. Da risolvere come ? C’e’  una soluzione  insieme civile ed efficace ?  Non saprei. Ma come fa chi  non può far finta di niente? I pendolari di sinistra e di destra ? I belli e i non ? I testardi che non comprano  la Tesla da 100.000

euro ?

La soluzione non la so . Ma il primo passo giusto si’ : ammetterlo. Che ci sono problemi di soluzione incerta. Antipatici . Eppure reali , cose ‘che bruciano’ . Come i  diritti  delle donne nelle comunita’ islamiche,l’inefficienza delle energie rinnovabili, i limiti all’immigrazione, il bisogno di un  reddito di cittadinanza etc.

Oppure l’ avvento della quarta rivoluzione industriale. Che nessuno prende sul serio. Quasi fosse una fregnaccia alla Rifkin.

( la sua  ‘’   economia dell’ idrogeno ‘’…Chi la ricorda piu’  ? )

 Nessuna magia per i problemi tosti :  chiudi gli occhi e rimangono. E la destra ci mangia su e deborda. Non censuriamoci. Ognuno nel suo piccolo o nel suo grande. I blogger da 2 lettori come me e i pezzi da 90. Come Michele  Serra e Gad Lerner. O i semi – vip . Diciamo pezzi da  sessanta . Irraggiungibili non perché famosi ma perché se la tirano . Tipo la Grazia Verasani o Beppe Cottafavi.  Nella mia prossima vita , chissà, glielo dico di persona. Che ció che snobbiamo può diventare un boomerang.

P.S. Bellissimo ‘’Le cose che bruciano”

.

“ 

Pinocchio 2 . 0

Pinocchio 2.0

Oddio è proprio lei. Con il faccino truccato, un filo di voce , il vestitino. È in una ‘diretta’ su Facebook , nella pizzeria ‘Il bel sole’  di Avellino. In pratica un karaoke. Canta un pezzo di  Mina , tra i tavoli . Batte le mani e dice  : ‘ tutti assieme ‘.  Ma quelli  mangiano. Ci riprova,  si irritano. Vola prima  una  parola forte , poi una mezza bestemmia, infine un pezzo di pane . É troppo. Il  ‘manager’ interviene ,  con gesto collaudato ,  di chi conosce i suoi polli . Le  toglie il microfono. “ Bravissima Danielle. Grazie’’ , dice,  “ e adesso un’ altra . É  giá  qui.  Presentati.” E si fa avanti una moretta   ….. .

‘Danielle’ la conoscevo  quando era Daniela  e  aveva dodici anni. E abitava a tre passi dalla mia casa di allora. Alla Crocetta, quartiere operaio  di Modena. I genitori   lavoravano in Germania , in  una   fabbrica.  Un bel giorno arrivano i robot e sono licenziati . Si trasferiscono a Modena.  Impiegati  in un posto più piccolo ma meno agguerrito .Che alla fine chiude . Nel fatale 2008 della crisi mondiale. E qui si volta pagina . Grazie a Facebook lo so.

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Si trasferiscono ad Avellino .  Il padre trova  un nuovo lavoro , ma in nero. Come carrozziere. La madre pure. Senza contratto , in un centro estetico . E Daniela ? La ricordo sotto le mie finestre , con il pallone . Per ore , a trecento metri da un parco pubblico .  Una tortura. La odiavo un pó .  Speravo si rompesse il braccino . Ecco …..Daniela oggi ha 20 anni. La ritrovo su Facebook . È diventata ‘ Danielle’ . Canta,  nelle  sagre , nelle pizzerie . Ed è fascista. Convintamente. Assieme al papà e alla mamma. A Modena frequentava un istituto d’arte. Che interrompe.  Ad Avellino frequenta una    ‘academy’.  C’ è  la foto .  Una specie di  studio televisivo . Con lei , Daniela,   tra il direttore e la direttrice.  E di colpo penso a Pinocchio . Tra il Gatto e la Volpe .

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Perché su Facebook mi si apre un mondo. Il Gatto e la Volpe si sono evoluti. Usano l’intelligenza artificiale per trovare i ‘polli’ . Cioè persone narcisiste , di ambizione smodata, Tipicamente su Facebook .  Il ‘lavoro’ della ‘ academy ‘  è di farli sentire speciali . Con un diritto a una celebrità televisiva , anche dopo una quarta bocciatura in terza media.‘Pompano’ il loro narcisismo , che non ha base nel talento . Vantano agganci con il mondo dello spettacolo .  Senza mai fare promesse concrete. Vicini al confine  della truffa , ma al di qua. Funziona alla grande. Dai tempi di ‘Bellissima’ di Luchino Visconti a oggi. Un ‘ industria ,  sempre aggiornata . Ma con  un cuore eterno che è lo sfruttamento degli sprovveduti , non necessariamente buoni.

Dietro  a questo pezzo  di Italia  la politica  è più lontana della luna.  La sinistra ammette che  il cambiamento della tecnologia  c ‘è . Ma meglio far finta  di niente.  Mettere  una pezza qui e una lá . Senza guardare  lontano e senza farsi troppe domande. Piú efficace la destra. Con il ditone puntato contro  grande finanza e  Soros, sostituzione etnica etc.   Soluzione , per loro : guardare al passato  . Agli anni 60  idealizzati , al riparo dalla tecnologia.

 E la cultura?

(continua…..)

Piccole librerie e vecchi merletti

La mia professoressa delle medie, che frequentai nel 1970, muore. Vengo a saperlo per caso. Si è spenta nel sonno, serena, centenaria. Provo tristezza. La ricordo con affetto . E mi fa venire in mente un  libro :  ‘’La casa di campagna”, di Piero Calamandrei. Che lei consigliava come lettura. Ci teneva molto . Era legato a un suo ricordo privato . Un giorno ce lo avrebbe raccontato , diceva. Invece no. Non l’ ha mai fatto. Non sapró mai perché. Fatto sta che quel libro mi torna in mente . Non l’ho mai letto e chissá dove é finito. Vado in libreria : non è recuperabile. Forse era di un editore piccolo , mi spiega il libraio.  Che ha chiuso bottega, bloccando ogni pubblicazione . Perché i diritti sono suoi. Capita , dice.  È giusto ?  Per me no. Ogni libro dovrebbe avere la sua versione digitale,  su Amazon e non solo. Perché il digitale è di fatto gratuito . Quindi non ci sono scuse : va reso disponibile. Il non farlo è una precisa scelta. Che alcuni possono vedere come accidia e bullismo culturale. Perché si colpisce il diritto all ‘ informaziome.

Poi: le piccole librerie……

Il digitale può tornare cartaceo. Il  gentile libraio può procurarsi il PDF del libro , spedirlo a un artigiano e farmelo stampare. Magari in versione economica o , al contrario, lussuosa. Insomma….indietro non si torna , ma tutti possono convivere con tutti. Megastore e microlibrerie. Non mi associo ai cori di lamenti.  Ci vedo un fondo di autocompiacimento , pigrizia mentale e snobismo.

Discorso a parte la pirateria. Mi limito a una osservazione. Sono abbonato a Repubblica on line. Pago un filo meno di 20 euro al mese. L ‘ abbonamento digitale al New York Times costa la metá . E mi dá accesso a un archivio completo degli ultimi 25 anni . Su Repubblica no. Non ”posseggo ‘ niente. Non é come un ebook su Amazon. Tanti articoli bellissimi , ben compresi alcuni di Augias e Rampini , vanno persi per sempre. Qui la nostalgia é giustificata. Non si puó piú tagliare le pagine e riporle. É una perdita secca.

Ma non per chi ha la versione online ‘pirata”. Loro ottengono il giornale gratis e lo archiviano . Dove vogliono , per sempre. Vista cosí , la pirateria ha una faccia piú ‘sorridente’. Ingiusta ma legata alla frustrazione dei consumatori.

Caro Corrado Augias, vogliamo dire anche questo ?

P. S. Qualcuno mi regala il libro di Piero Calamandrei ?

Sotto al tappeto di Jennifer

 Il problema del clima ha una soluzione facile : tirare la cinghia e affidarsi alle rinnovabili . Come ripetono , in coro , economisti e scienziati. Ma la lobby del petrolio non vuole. E , con i suoi mezzi potenti, preme sulla politica. E blocca il cambiamento .Tutto qua. Lo spiega Jennifer Morgan , direttore esecutivo di Greenpeace. Che Luca Fraioli intervista su Repubblica del 14 dicembre.   Il gas…. sarebbe fossile ma non  si dice. Non sta bene. E va usato di straforo . Se no i conti non tornano. Fine del problema. O no ?  Vediamo.

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Prendiamo la Svizzera . Che ha  rottamato una centrale nucleare a Berna. Dopo 47 anni di servizio. Durante i quali ha fornito metá dell’energia consumata nel cantone , cioé 373 MW. Vogliamo sostituirla con una turbina eolica ? Benissimo. C’ è la Enercon E – 126 . È alta 135 metri. Piú di ‘Bosco verticale’ , bellissimo grattacielo di Milano. Ma, a differenza di questo, è  un ecomostro. Pazienza. Il problema è che produce 7,58 MW. Quindi ce ne vogliono 49. Proprio nella bellissima Berna , tutelata dall ‘ Unesco. Anche qui per colpa della lobby del petrolio ? Perché , con i soldi ,ha corrotto la matematica? E dove le mettiamo , 49 torri da 135 metri ? Sotto il tappeto di Jennifer ?

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E il solare  è pure peggio. Hai voglia ad abbellire le rinnovabili. A descriverle con effetti speciali. Restano quello che sono : una regressione , un vicolo cieco. Una finta soluzione che diventa , di suo, un problema. Io la vedo cosí . Il reattore  svizzero era superato.  Bene. Uno  simile, infinitamente più sicuro , moderno,  produce 1400 MW. Piú del triplo. Sufficiente per grandi cose.  Come il  riscaldamento  di ogni edificio . E per  elettrificare tutto il trasporto. E altre cose , più all’ avanguardia. E Jennifer Morgan ?  Come farebbe andare avanti Milano solo con le rinnovabili ? Perché Luca Fraioli non glielo chiede ? Non ne vede il bisogno perché tanto siamo ritardati ?

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Il fatto è che ….non è una partita di calcio. Di qua le rinnovabili , di lá il nucleare. Bisogna scegliere di volta in volta. Senza fanatismi . Per la casetta in montagna il pannello solare va benissimo. Per tutta Milano anche. A patto di abolire giorni grigi , nebbia e agricoltura.

Tanto  a mangiare si va a casa di Luca Fraioli o di Jennifer.

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Il problema delle storie troppo belle è che vogliamo crederci. Meglio di tutti lo ha capito Vanna Marchi , con il suo epocale ‘’ scioglipancia alle alghe’’. Un ‘altra soluzione semplice a un problema complesso : quello dei disturbi alimentari. Sappiamo come è finita . Pure con le rinnovabili… Annusate bene……non vi ricorda la vecchia puzza di alghe e di miracoli  ?

Favola di Natale per Gad Lerner

Caro Gad Lerner,  lei  dice :

“il lavoro umano si deprezza. Tutto il lavoro :  manuale ma anche il  intellettuale. Da almeno 40 anni . Perché ? “

Vediamo……Forse perché sta nascendo una economia nuova?  Ne parlano, da dieci anni almeno, autori come Martin Ford e Andrew McAfee. Ci hanno fatto , su questo tema , addirittura l’ ultimo World Economic Forum , a Davos .

In sintesi estrema : l’ intelligenza artificiale sarà , per la prossima economia, quello che il vapore fu  per la rivoluzione industriale. Una svolta storica. Inarrestabile, come una marea. Che impone scelte. Quali ? Il discorso si complica. Non è questo il posto. Per riassumere all’ estremo ho scritto per lei questa storia  ( è contento ? ).

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Accadde in un paesino, in Francia. Nel settecento. Era inverno. C’era una carestia atroce. Tutti soffrivano ma non i maiali. Perché il grano era finito ma le patate no. Abbondanti, disgustose. Coltivate , all’epoca , solo per loro.

Un giovane cuoco , per disperazione o gioco , ne getta una nella pentola. La cuoce, la assaggia : è buonissima.

Come dirlo agli altri ? Le patate erano tabú. Per i maiali e basta. Cosa fa ? Inventa le ricette. Per camuffarle . E funzionano. Tutti mangiano patate. La carestia finisce. Il cuoco rivela l’inganno. Ë perdonato. E il tabú, grazie all ‘inganno , finito. Patate e grano avranno pari dignità . E pari utilità . Per sempre.

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Ora , fuori di metafora,  la ‘patata’ è l’ abbondanza slegata dal lavoro. Portata dalla nuova automazione. Per capirci : il moderno agricoltore che produce come cento braccianti. Ricchezza che dobbiamo saper vedere , valorizzare e distribuire, Come le patate in questa storia.. Per farlo servono le ‘ricette’. E per fare accettare le ricette servono astuzia e una lotta culturale aspra. Per ‘sdoganare’, primo fra altre cose , il concetto di salario universale. Trasferendolo , per cosí dire, dalla porcilaia al ristorante stellato. Creando l’equivalente del welfare per la prossima, diversa economia. Non un traguardo , un solido trampolino di lancio. Tutto qui.

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Il lavoro non sarà piú come Dio nel monoteismo , quasi un fine in se stesso. Ma come Cristo e la Madonna in un Pantheon. Tra nuovi vicini di casa.In condominio. Un pó come dire : si lavora per vivere ma non si vive per lavorare.

In definitiva, caro Gad Lerner , perché scegliere tra patate e grano ?

È, la coesistenza , davvero impossibile ?

Affettuosi, distonici saluti.